Porto Sant'elpidio - Un teatro delle Api gremito, ha accolto Roberto Saviano, autore del discusso “Gomorra” , e Don Luigi Merola, il “prete anti-camorra” . Il dibattito è stato organizzato da “Attivamente” , associazione di giovani elpidiensi costituitasi un mese fa. Il gruppo, presieduto da Giovanni Bernabei, si incontra con cadenza settimanale per confrontarsi sui temi dell’ attualità. Proprio il Presidente, ha fatto da filtro e ha posto le domande pervenute per i due ospiti. Degno di uno dei migliori avvocati , Don Merola, ha fatto la sua arringa, strappando applausi al pubblico. L’ex parroco di Forcella, ha raccontato i suoi sette anni nella parrocchia di San Giorgio. Qui, era approdato per “punizione”, poiché “colpevole” di aver aiutato le vittime di usura col suo stipendio di insegnante. Da subito, è diventato un prete “scomodo” alla camorra : fa smantellare le telecamere della malavita nel quartiere, apre la Chiesa dalle otto a mezzanotte, sta in mezzo alla gente e per togliere i ragazzi dalla strada crea per loro attività ricreative. Inoltre, promuove l’istruzione come fonte per salvarsi dalla devianza, a suo giudizio, connessa all’ignoranza. Sale particolarmente alla ribalta della cronaca, durante i funerali di Annalisa Durante, 14enne uccisa da un proiettile vagante, in nome della quale è stata costruita una scuola. La sua omelia, sconsigliatagli dal Vescovo, scuoterà le anime di molti. “Anche se tutti i fiori saranno strappati, nessuno potrà fermare la primavera” diventa la frase simbolo dello sdegno di una città intera per la morte di un’innocente. Dopo 7 anni, Don Merola se ne va da Forcella, dopo aver subito minacce di morte e non aver trovato appoggio concreto alla sua lotta da parte della Chiesa locale. Dice di ammirarlo Roberto Saviano, vincitore con “Gomorra” del “Premio Viareggio”. Anche nel suo libro, vi è un sacerdote : Don Peppino, prete coraggio di Casal di Principe, ucciso dalla camorra e degradato da maldicenze per coprire le reali motivazioni dell’assassinio. Saviano ne ha per tutti e parla al pubblico in sala delle ingerenze della camorra in affari legali nel Nord e al Centro. Non si risparmia a raccontare , con esempi concreti, dei rifiuti tossici presenti a Pianura e a Marigliano e ha spiegato che, nel male, è meglio che i riflettori si siano accesi su questa realtà perché la gente può farsi sentire contro lo Stato quando riapre le discariche, contro la camorra nessuno ne ha il coraggio. Ancora due “scugnizzi” questi ragazzi se osservi i loro volti, ma che rispettivamente da 4 e 2 anni vivono sotto scorta per “amore per il loro popolo”, e che girano l’Italia esortando la gente a passare “dall’impegno straordinario di pochi, all’impegno ordinario di molti”, riprendendo le parole di Giovanni Falcone . (Silvia Ilari)
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